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ROI dei circuiti digital signage e valutazione mercato pubblicitario

Monitoraggio

Incipit di Ilaria Taffelli a questa discussione ampia sull'argomento Digital Signage o DS

Che altro dire?
Crediamo che il fattore 'ferro', ovvero i 'monitor' non siano solo una commodity, nel senso che si possono anche organizzare palinsesti ben fatti, su architetture che funzionano, in locations azzeccate e con ROI ben calcolati, ma se poi si visualizza il tutto su un banale 32", magari TV, con una luminosità standard... e in orizzontale..... pieno di finestre...

Sarebbe un pò come castigare Monica Bellucci in una informe divisa da netturbina, mandarla in giro quà e là per la città e pretendere che venga subito riconosciuta e apprezzata...
Credo che di lei salterebbero all'occhio solo le strisce catarifrangenti della divisa e non le sue PROVERBIALI grazie..

Ad ogni modo e per gettare un sasso nello stagno....
- Ma perchè sento ancora parlare di palinsesti con contenuti lunghi 1 minuto?
- Perchè non si parla mai del fatto che è vero che i palinsesti devono essere targettizzati in base alla location, ma è anche vero che le cose belle piacciono a tutti?
- Perchè parliamo ancora del fatto che c'è differenza tra un impianto in aeroporto, al bar o in un centro commerciale e non del fatto che per essere un network occorre riconoscibilità data dal numero di display, dall'estetica del manufatto e dal marchio del circuito di appartenenza?
- Perchè parliamo ancora solo del software di gestione e non di un punto di visione chiavi in mano che mi costa tot perchè mi offre tot?
- Perchè i plausibili network affidano la raccolta a gente che si improvvisa?
- Perchè non volete capire che non si può vendere uno spazio di cui non si ha uno storico di redemption?
- Perchè non mettiamo una bomba nei centri media?

Aldilà del 'Chi paga?'... E' così difficile orientarsi verso il concetto di impianti pilota, fatti bene, magari scopiazzando i modelli di chi da un pò di anni ha già sbattuto la testa prima di noi?

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Via alle danze..

Emilio Gelosi • D'accordissimo. Aggiungo le mie "provocazioni", da piccolissimo operatore del settore e produttore di contenuti.

> Ma perchè sento ancora parlare di palinsesti con contenuti lunghi 1 minuto?

Perché chi fa digital signage non si considera mai un editore a tutti gli effetti. E perché ci sono tantissimi attacchini di manifesti che si sono improvvisati nel DS :-)

> Perchè non si parla mai del fatto che è vero che i palinsesti devono essere >targettizzati in base alla location, ma è anche vero che le cose belle
> piacciono a tutti?

Perché i contenuti fatti bene costano, e costano cari. E lo dico da giornalista.

> Perchè parliamo ancora del fatto che c'è differenza tra un impianto in
> aeroporto, al bar o in un centro commerciale e non del fatto che per essere > network occorre riconoscibilità data dal numero di display, dall'estetica del
> manufatto e dal marchio del circuito di appartenenza?

Sacrosanto. C'è anche da dire che i monitor "pro" costano un botto di più e non sono mai percepiti dal cliente come valore aggiunto rispetto a quelli consumer. Qui la "colpa" secondo me va equamente divisa tra chi li vende e chi li produce.

> Perchè parliamo ancora solo del software di gestione e non di un punto di
> visione chiavi in mano che mi costa tot perchè mi offre tot?

Beh, a dire il vero noi - e tanti altri operatori - lavoriamo proprio con questo concetto di canone annuo "chiavi in mano", sulla base di una filosofia "good enough" (se non "worse is better" :-)

> Perchè i plausibili network affidano la raccolta a gente che si improvvisa?

Perché gli agenti bravi fanno fatica a credere nel mezzo, per tutti i motivi che hai molto giustamente esposto.

> Perchè non volete capire che non si può vendere uno spazio di cui non si ha uno storico di redemption?

Mah... su questo non sono poi così d'accordo. Dipende molto dalle dimensioni, e per quelle che hanno i network di DS in Italia (noi compresi) spesso il dato statistico è irrilevante. Un po' come misurare con l'Auditel TeleCatanzaro... :-) Servirebbero processi di aggregazione almeno interregionale, e modalità di misurazione che molti non hanno.

> Perchè non mettiamo una bomba nei centri media?

È contro la legge :-) Diciamo che potremmo riempirli di uova.

p.s. Anch'io producevo demo, ma sul C64 :-)
May 27, 2010

Beppe Andrianò • Emilio grazie per aver cancellato il commento nell'area delle presentazioni, lo apprezzo molto.

Non è facile mantenere uno spazio scevro da spamming pubblicitari e lavorare sul contenuto stimolando la discussione in modo ordinato.. era un peccato bloccare tout court le analisi di Ilaria e questo mi è sembrato il modo più corretto per recuperarle.

Mi ci cimento anche io.

> Ma perchè sento ancora parlare di palinsesti con contenuti lunghi 1 minuto?

Cosi lunghi? Forse perché non si parla di attenzione media sull'ordine dei 5/7 secondi e non siamo seduti in salotto. Una cosa è fare DS alle casse un'altra in un negozio fashion ed un'altra ancora nelle iperaffollate corsie di un supermercato.
Ma tu dici che le pillole di contenuti da un minuto sono lunghe o sono brevi?

> Perchè non si parla mai del fatto che è vero che i palinsesti devono essere >targettizzati in base alla location, ma è anche vero che le cose belle
> piacciono a tutti?

Emilio:Perché i contenuti fatti bene costano, e costano cari. E lo dico da giornalista

Sottoscrivo. Cose belle e legate allo spazio/tempo vuol dire moltiplicare i costi per i contenuti. C'e' un supermercato che dal 2005 gestisce 14 playlist diverse e quotidiane.

> Perchè parliamo ancora del fatto che c'è differenza tra un impianto in
> aeroporto, al bar o in un centro commerciale e non del fatto che per essere > network occorre riconoscibilità data dal numero di display, dall'estetica del
> manufatto e dal marchio del circuito di appartenenza?

Numero di display, estetica del manufatto e marchio del circuito di appartenenza.. ecco una domanda che giro volentieri a NeoAdvertising nel progetto Mediaworld channel :)


> Perchè parliamo ancora solo del software di gestione e non di un punto di
> visione chiavi in mano che mi costa tot perchè mi offre tot?

E' molto che gli industriali (nec, sony, samsung) offrono soluzioni integrate. Ora credo anche Hantarex con C-nario no?

> Perchè i plausibili network affidano la raccolta a gente che si improvvisa?

Perché spesso e volentieri li fanno partecipare al rischio imprenditoriale e cercano in quelle nicchie che hanno recentemente cambiato (o perso) lavoro.. purtroppo i loro risultati sono spesso molto inferiori alle attese.

> Perchè non volete capire che non si può vendere uno spazio di cui non si ha uno storico di redemption?

A chi parli Ilaria? Lo storico di redemption della cartotecnica in supermercato come lo calcoli?

> Perchè non mettiamo una bomba nei centri media?

Perché non proviamo invece a far capire che lavorando un poco di più ottimizzano gli investimenti dei loro clienti e fanno un lavoro molto più professionale? Anche in questo credo che la selezione naturale farà la sua parte.

Arnoldo Cicalò • Anch'io avevo inserito un OT sotto le riflessioni di Ilaria... le riporto di seguito


Stamani mentre andavo a lavoro, stavo giusto riflettendo sull'ultima parte indicata nella presentazione di Ilaria
Ovvero la giusta durata del palinsesto
Ho avuto uno scambio di opinioni con dei "concorrenti" , sulla filosofa del canale, sulla durata della ripetizione del paalinsesto.
Il mio modello era nettamente diverso dal loro per filosofia.
Prima di riportare in dettaglio le due opinioni, gradirei ( magari in un sub topic) avere qualche idea e consiglio da chi fa' questo da molto prima di me ed in strutture certamente piu' grandi.

Beppe Andrianò • @Arnoldo: E' piu di due anni che il gruppo è molto attivo e sicuramente il tuo tema è stato trattato molte volte. Questo di seguito è il link in particolare sul thread della discussione sul valore della pubblicità e che ha affrontato anche aspetti legati alla durata del palinsesto (che ovviamente dipende dal suo contesto d'uso e dall'attività dei fruitori /utenti/viewer o come vogliamo chiamarli)
http://www.linkedin.com/groupAnswers?viewQuestionAndAnswers=&gid=947057&discussionID=2560735&sik=1275033057830&trk=ug_qa_q&goback=%2Eana_947057_1275033057829_3_1%2Eafs_947057_1275033057830_1

Riprendo un tema di Ilaria per stimolare un'ulteriore ragionamento.. parlando della Bellucci netturbina.. ovvero della forma in cui inseriamo il contenuto è qualcosa che mi appassiona da tempo. Ho iniziato a parlarne nel gruppo "Digital Signage Design & Space" http://bit.ly/DesignSpace dove parlando anche di contenuti ho lanciato un contest sugli showreel dei vari content provider.. credo siano stimoli interessanti per imparare da chi è più avanti o meno conosciuto.

Ilaria Taffelli • Cari...
Io intendo dire che:
- un contenuto non deve essere più lungo di 5/7" sia che siamo in aeroporto, al bar, al centro commerciale o da Tiffany...
Personalmente, anche se la mia soglia di attenzione supera i 10", voglio di più ... Possibilmente vorrei vedere dei contenuti anche 'pensati' sul mio taglio... non mi piacciono le finestre PIP/POP perchè alla soglia dei 40 sto diventando presbite e l'estetica è tutto, in questo mondo ...purtroppo o per fortuna ai posteri decidere...
- un monitor piccolo non lo guardo... perchè se devo organizzare un circuito e, come si diceva un tempo 'voglio ma non posso', non lo faccio....
Scusate se sono cinica, ma è inutile che pensiate di farvi guardare se sotto le chiappe vi mettete la Skoda... Se volete che qualcuno vi guardi dovete salire almeno su un Audi... meglio sarebbe una Porsche, il massimo una Ferrari, no?
- centri media e bombe...
è il solito problema dell'Italia paralizzata da ciò che è consueto...
USCIRE DAGLI SCHEMI!!! E' sempre vincente...
I centri media sono l'antitesi di ciò che vuol dire imprnditorialità... sono sciura che se andassimo dal sig. Nutella dimostrandogli che il suo Promotion Point Digitale gli fa aumentare le vendite, non esiterebbe a riempire gli spazi di totem, possibilmente con grafica idonea ... bisogna puntare sugli investirori istituzionali, non sulle insegne, quelle sono più ingessate dei centri media...
- agenti venditori:
se dovessi rinascere farei questo lavoro.
dimostrare che l'innovazione ti migliora è l'incipit di tutto ciò di cui stiamo parlando...
- Cnario... si, è un buon prodotto... ma non parlavo di quello, parlavo di aziende che ti vendono tutto, dalla stesura del cavo sottotraccia, al player, al software, alla getsione del palinsesto all'affitto del bocchettone dei dati...

devo scappare
apresto gente!!
ilaria


Maurizio Soccodato • Cia a tutti,
ragazzi vi siete scatenati e devo dire tutto molto convincente!
io vorrei dire due parole su alcuni aspetti:
Centri media, agenzie pubblicitarie, concessionarie, sono sicuramente una parte del problema!
spesso interagiamo con loro perchè il cliente si è affidato a professionisti, ma mi chiedo quanti di questi grandi creativi, esperti di marketing sappiano usare i sistemi di Digital Signage!! i tempi degli spot sono troppo lunghi, spesso le pubblicità non voglionoi dire nulla ecc...
Ma è mai possibile che solo noi (mettendoci dalla parte dello spettatore) ci rendiamo conto delle stupidaggini fatte?
La mia provocazione è pesante: siete mai riusciti a dire no ad un cliente che vi pagava rispetto ad uno spot non giusto ne per tempi ne per concept?
credo che il proprietario di un network debba essere lui a guidare i clienti e tracciare la propria linea editoriale! oggi invece, visto che tutti noi abbiamo investito tanto facciamo quasi sempre lo stesso ragionamento, prendiamo il più possibile per riempire il palinsesto....
Sono fermamente convinto che iniziare a filtrare i contenuti, generi valore per i nostri costosi network!
infine, gli agenti, quanto sono bravi a far capire al cliente come fare una pubblicità? non credo che interessi a nessun agente, visto che questo potrebbe compromettere la vendita!
Nel nostro caso, abbiamo una serie di network, ma stiamo cercando un'azienda che ci supporti per la vendita di spazi in modo logico in base al nostro criterio e scelta "editoriale".
buoan notte a tutti
Maurizio

Stefano Penna • Cari amici come tutti sposto le mie riflessioni in questo spazio dedicato, l'errore secondo la mia misera opinione è quello di non provare seriamente a seguire la strada proposta da molti di voi.

La riflessione principale rigarda il contenuto, infatti in realtà molto business si basa sella vendita di funo e non di dati certi, nel senso che spesso le raccolte pubblicitarie non si basano sui dati ma sulle chiacchiere.

La mia proposta è di affrontare questo mercato in modo più analitico oggi tutti noi conosciamo i sistemi per misurare l'audience, bene quando facciamo un progetto partiamo dai dati di quanto "quel punto vendita" lavora realmente misuriamo i dati e forniamoli a chi deve curare la raccolta pubblicitaria, o chi deve decidere cosa fare di quello spazio, solo dopo possiamo rispondere alle domande che avete posto, infatti se sono seduto in una sala d'attesa di uno studio dentistico posso vedere anche i "mini film spot" della barilla, se sono al supermercato nelle corsie a fare la spesa forse non dedicherò più di 7" al monitor.
Ancora non fermiamo la creatività il Digital Signage è un mezzo di comunicazione e come tale non si ferma all'immagine e la voce sugli schermi, ma può e deve essere accompagnato da stile e integrazione con l'ambiente in cui lo installiamo, profumi, schermi olografici, persone fisiche e Signage Cartaceo ... e già ricordate quando dopo anni che era nata la televisione si diceva che la radio era morta? .... riflettiamo sulle esperienze del passato per costruire il futuro.

Stefano Penna • Ancora un contributo provocatorio e innovativo, chi ha deciso che i contenuti si debbano animare in modo centralizzato? mi spiego meglio, oggi la TV sky e mediaset lanciano i nuovi sistemi per vedere i tuoi programmi quando vuoi tu! la logica di gestione del contenuto è opposta a quella del DS, tutti i film sono in un grande contenitore ... ora prendi quello che vuoi quando vuoi ...

Bene credo che oggi possiamo copiare in parte l'esperienza di chi ha investito milioni di euro per cambiare strateggia e farsi pagare il servizio offerto.

Mettiamo anche noi i contenuti dentro il PV, poi in base a chi sarà presente nel Punto Vendita in modo automatico questi contenuti verranno lanciati non servono touch o interazioni se non richieste dal cliente, basta sommare le tecnologie che abbiamo.

PS In questo modo si abbattono anche i costi del SaaS infatti i contenuti potranno essere aggiornati molto più lentamente ed in modo uniforme e si potranno sviluppare contenuti più complessi in quanto avranno vita più lunga.

Beppe Andrianò • Vero c'è molta vendita di fumo.. molta.

Consiglio a tutti di leggersi i vari temi presenti nel gruppo e iniziare a dare contributi sensati e correlati a quanto già è stato fatto onde non disperdere concetti importanti in tanti rivoli che si esauriranno presto.

Direi che il punto non approfondito precedentemente sia quello delle attività afferenti ai professionisti della comunicazione che GIA' sono in contatto con i clienti/brand e quindi godono della loro fiducia.

Sarà difficile costruire una autorevolezza che possa superare un rapporto consolidato nel tempo. E' probabilmente più facile cercare una via per portare le agenzie a capire e riconoscere le specificità del DS e della comunicazione non televisiva.. sono allo studio dei progetti formativi proprio con questo scopo chi è interessato può contattare Popai.

Molte agenzie pubblicitarie e di comunicazione hanno o stanno creando divisioni dedicate al Dooh o al DS ed in generale alle attività nel punto vendita anche se ultimamente il mondo Social ha catturato molte risorse ma forse da quelle che erano già attive anche sull'area web.

I centri media anche grazie al lavoro di persone come Rodolfo Rotta stanno iniziando a comprendere la possibilità di pianificare in modo diverso (e di solito piu faticoso e quindi cercano di evitarselo) in modo da meglio gestire i budget che diventano più esigui e quindi per fare di più con meno.

Forse più che tirargli bombe dovremmo mandargli degli emissari di pace e sopratutto evidenziare che possono guadagnare molto anche da pianificazioni differenti da quelle televisive (seppur con qualche lavoro di selezione in piu)

Il sottogruppo specifico ADS2DS che voleva proprio lavorare sull'omologazione di un formato di scambio dei contenuti pubblicitari tra diversi network DS (magari con uno standard aperto e non proprietario come attualmente sono molti) andava proprio nella direzione di rendere facile la pianificazione di contenuti pubblicitari dedicati.

Riccardo D'Angelo • Ciao Beppe colgo l'invito e l'occasione. Preparo il post per ADS2DS. Questo significa che ci siamo. OCI è qui!

Beppe Andrianò • Teniamo aperti gli OCI (Open Communication Interface? Operatori Catanesi Iperattivi?) e parliamone in ADS2DS.. che faccio lo rinnovo il sito o lo lascio morire ?Ha una 20ina di accessi al giorno anche se praticamente vuoto..
Voi li avete tolti i ticker dalla piattaforma oggi? :)
Ciao
Beppe

Sandro Bovelli • Per quello che mi riguarda il riscontro che ho da parte dei centri media non è assolutamente di disinteresse, men che meno di impreparazione sul mezzo.
Quello che oggettivamente manca è probabilmente un'offerta che stia in piedi.
Mi spiego: storico delle redemption come dice Ilaria, o meglio ancora profilo del target e statistiche affidabili sui flussi, e riconoscibilità del mezzo (leggi Display, non tv da supermercato).
L'aggregazione dei network può essere interessante, ma su un target omogeneo e distinguibile. Dall'esperienza che ho mi sembra che la strada da fare per i vari network locali sia ancora molta.

Se l'idea è costruire un grande network eterogeneo di schermi, mapparli e distribuire i contenuti con un modello tipo "Adsense" di Google, beh è bellissimo. Ma di ogni punto devo conoscere "vita, morte e miracoli" di chi guarda (che è esattamente ciò che fa Google).

E qui sta la sfida dell'audience measurement. Rilevamento in tempo reale delle presenze, profilazione per sesso ed età (ultimamente ho anche visto per gruppo etnico) sarebbe già un grosso passo avanti.

Sono fiducioso, ci arriveremo tra qualche anno.

Fausto Manfredonia • Quando ho letto questo post mi sono sempre ripromesso una dettagliata risposta punto per punto non appena ne avessi avuto il tempo necessario. Sono passati mesi(per fortuna qualcosa ancora da fare c'è!)ma alla fine mi sono deciso ad intervenire. Dico come sempre la mia perchè in questo spazio, letteralmente inventato da Beppe (a cui non smetterò di fare i complimenti per la tenacia e la competenza con cui costruisce, aggiorna e completa gli argomenti di questo gruppo!), ho trovato spunti interessanti con cui mi sono confrontato quotidianamente negli ultimi 4 anni.
Faccio un mestiere un pò diverso dai tanti operatori che sono intervenuti ma sono totalmente d'accordo su una cosa: ogni business ha le sue regole e fare tv in metro o in aeroporto è diverso dal fare DS in stazione o in un supermercato. Il resto viene di conseguenza.
1. I contenuti da 7" possono andare bene nel DS ma se li proponessi ai miei spettatori in metro, o peggio in aeroporto, causerei più conati di vomito che attenzione da rivendere ai miei investitori.
2. I contenuti belli costano.Non ci piove.Ma costano soprattutto quelli autorevoli, aggiornati, impattanti e adeguati all'audience a cui si rivolgono. C'è solo una differenza. Se un palinsesto risponde a tutte queste caratteristiche, normalmente, si ripaga, a prescindere da quanto costa produrlo. Il problema "costo" non è più decisivo.
3. I manufatti sono importanti per l'audience/investitori? La mia esperienza dice di no, in nessun modo, ma solo perchè il mio prodotto (palinsesto) ha un'importanza 99 su 100 rispetto al contorno e il contesto in cui è inserito.Se lo chiedi al ns Direttore Tecnico la risposta è ovviamente diversa.
4. A corollario devo dunque dissentire con Ilaria: l'estetica non è tutto. Per i circuiti di Outdoor Tv, intesi in senso stretto, il contenuto è ancora di gran lunga più importante del contenente (Monitor/Grafica/Sound/ecc.). Conta, su tutto, la funzionalità, l'aggiornamento in tempo reale, il valore aggiunto per chi ti guarda rispetto a sentire l'ipod o leggere la free press.La gente continua a prendere la metropolitana pur essendo un luogo malsano, sporco, pericoloso e triste.Perchè? Perchè è meglio che andare a piedi. Tutto qui. Il DS è un'altra cosa e qui torno ad essere d'accordo con Ilaria.
5. Fare da consulenti a chi compra per far utilizzare al meglio (formati/tempi/creatività) il mezzo e le sue potenzialità?Battaglia persa.Una sorta di lotta contro i mulini a vento che anche quando ha un suo senso dimostrato a posteriori (e mi è capitato) non viene mai percepito come tale. Nè dai clienti, nè purtroppo dai commerciali.
6. I dati a supporto invece sono fondamentali e qui il nostro Paese è la migliore espressione del "fai da te" con il risultato che in giro si sente e vede di tutto. Noi abbiamo da sempre investito molti denari su questo aspetto e abbiamo sempre fatto il max per recepire le richieste dei clienti e dei centri media.
7. Gli agenti, e chi si improvvisa sono il vero cancro di questo settore. Sarò cinico anche io ma non nascondiamoci dietro un dito. Prima faremo attività di protezione da ingressi speculativi nel nostro settore e prima emargineremo questi soggetti a pochi, rari esempi. Non c'è niente di peggio di chi mette in piedi circuiti, fa campagne promozionali tiratissime e poi scappa con la cassa. La gente diffida, si allontana e la fatica fatta fino ad allora è tempo perso e bisogna ricominciare. Noi abbiamo scelto di fare tutto in casa dalla A alla Z ed è una ricetta che funziona (per ora!!).
8. E, infine,arrivo ai centri media.
Ho fatto diversi giri presso questi signori e quando c'è la ciccia stanno ad ascoltare eccome, e sono, in molti casi, di supporto.Ma resta evidente che l'attività più importante è sul cliente che va "istruito":spesso finisce per convincere il centro media (!!) e non il contrario.
Scusate la lunghezza del post ma mi sono sfogato anch'io per una volta! ;-)

Maurizio Valentini • Ciao a tutti,
Ho letto con molto interesse tutti i commenti di Ilaria e sono sostanzialmente daccordo con lei. Tengo comunque a precisare che non sono un esperto come voi tutti; la mia specialità é nel disegnare e costruire totem e supporti per il DS.
vorrei fare alcuni commenti circa la citazione di Ilaria
- un monitor piccolo non lo guardo... perchè se devo organizzare un circuito e, come si diceva un tempo 'voglio ma non posso', non lo faccio....
Scusate se sono cinica, ma è inutile che pensiate di farvi guardare se sotto le chiappe vi mettete la Skoda... Se volete che qualcuno vi guardi dovete salire almeno su un Audi... meglio sarebbe una Porsche, il massimo una Ferrari, no?

Chiaramente come costruttore ho tutto l'interesse di promuovere questa affermazione, ma purtroppo la realtà dei fatti é ben diversa. Naturalmente tutti vorrebbero avere il totem più luminoso e più grande, la Ferrari insomma, ma budgets disponibili sono sempre più ridotti e quindi fatalmente si ripiega su piccoli schermi di minore impatto, la Skoda.
Ci auguriamo tutti che il futuro possa far cambiare le cose.
Buone vacanze Ilaria, magari al tuo rientro le cose saranno cambiate e venderemo solo Ferrari........
Maurizio

Beppe Andrianò • Riporto sul thread che parlava di misurazioni e di ragionamenti su centri media e "bombe" quanto scritto nel thread sbagliato delle presentazioni..

Da Paola Miglio

paola miglio • Ilaria,
quando metti la bomba nei centri media chiamami, vengo anch'io...
ma posso aggiungere un mio perchè?
PERCHE' tutti i ragionamenti sono fatti su reti di puro advertising, con un modlelo basato solo sulla raccolta e una redemption misurata sul costo contatto? perchè siamo ANTICHI?
mi sono tolta un peso anch'io. Non è l'unico :-)
buon lavoro...

Da Rodolfo Rotta-Gentile


Rodolfo Rotta-Gentile • Sara' che i centri media ce li ho come clienti (e vorrei continuare ad averne), sara' che da tempo mi occupo e insegno pianificazione dei mezzi cercando di evidenziare che l'approccio media non passa solo da CPM e GRP, sara' perche' tra le persone che conosco in centro media ce ne sono un buon numero che non applicano esclusivamente quella logica, sara' che l'approccio che dite mica lo portano avanti da soli i centri media, sara' che ho ancora altri buoni motivi ....

mi piacerebbe che le bombe che intendete piazzare siano NUOVE IDEE e NUOVE VISIONI capaci di coniugare quello giustamente chiami ANTICO con quello che mi piace pensare sia ATTUALE o meglio ancora PROSSIMO VENTURO.

Se e' cosi' le bombe vi aiuto a metterle pure io e non solo nei centri media, ma anche in universita', master di comunicazione, uffici di marketing, concessionarie di pubblicita', associazioni di settore ...


Da Ilaria Taffelli:


Ilaria Taffelli • mmm... che aria frizzante....
finalmente un pò di vita...
aldilà della mia idea incendiaria di metter bombe nei centri media (ma quando ho postato questa cosa? non mi ricordo...) sarebbe già una bella soddisfazione trovare del materiale, della documentazione certa e certificabile (e non 'autoreferenziata'), in cui (e senza ombra di dubbio), si possa dare una lettura analitica ed oggettiva del CPM e del GRP o di tutti i diavolo di algoritmi di calcolo della pedonalità delle locations...

Le domande che i clienti ci pongono sono sempre le stesse, e vi assicuro che tutti i giorni succede di incontrare gente che si dice 'esperta' di reti DS, e questa stessa gente non sa la differenza sostanziale tra un CPM di un impianto in metropolitana, in aeroporto, in stazione e/o nei famosi centri commerciali...

Pensano tutti che sia la stessa cosa... e mi domando... "ma i centri media su quali basi calcolano il valore del CPM di una location vs un'altra?"
Credo anche che i centri media oggi, abbiano iniziato a capire che i network DS iniziano a pesare nelle rilevazioni e che i clienti inziano a preferirli alla comunicazione classica... questo si... ma su quali dati analitici?

Cmq l'idea della bomba mi piace sempre... ma oggi, vorrei trovare qualcuno che ti da gratis questi dati, perchè è un pò come dire che devo pagare un fee per scaricare la formula del calcolo della circonferenza del cerchio...
Prima o poi tutti quelli che fanno DS dovranno riferirsi a qualche dato certo, che si chiami Nielsen, Istat o quel diavolo che volete... sennò come si fa a vendere?


Da Rodolfo Rotta Gentile:

Detto che non possono essere gli unici fondamenti di una pianificazione mezzi e della strategia di comunicazione da cui la pianificazione deriva, CPM e GRP sono indicatori matematicamente e aritmeticamente semplici ed entrambe dipendono dal senso che si vole dare e da come si intende misurare o stimare l'audience del mezzo che si analizza quindi ovviamente il vero bandolo della matassa sta li' ... sono a disposizione in PM, via mail, in tread, di persona, al telefono, etc etc per parlare dell'argomento e per condivdere modelli approcci e definizioni: da anni sono convinto che gli indicatori - anche quelli per il DS - sono frutto di convenzioni di mercato e che dovrebbe essere "sufficiente" definire INSIEME una o piu' ragionevoli convenzioni.

Tortorella Gabriele • ciao a tutti, ieri la tempesta mi ha convinto a dire la mia modestissima opinione in merito ai molti forse troppi argomenti trattati.
Per analizzare un mercato nuovo ed in crescita (si parla di un +30% di raccolta pubblicitaria entro il 2013) dobbiamo cercare per primi noi di non fare confusione ma lavorare su pochi concetti ma chiari.
Questo sarà un vantaggio anche per chi ci ascolta (vedi centri media) che sono bombardati da mill einformazioni le piu diverse le piu in contrasto e per tutto punto cosa fanno...ci guardano ancora con diffidenza....
Credo che una valutazione in termini di GRP non possa essere il metro (al momento) di valutazione del nostro mezzo, ricordatevi che la tv in Italia non si tocca e chi ci prova muore.
Secondo Il network per avere una sua valenza pubblicitaria di un certo peso deve essere nazionale o macro areale in modo da attrarre pubblico ed interesse per gli investitori nazionali.
La durata del palinsesto è assolutamente fodamentale, guardiamo ai paesi piu maturi come l'inghilterra dove il messaggio viene catturato dal pubblico in "battere di ciglio", tutto il resto è poesia....
Chi vi parla poi si occupa di videocomunicazione quindi con una cosa ancora diversa ma che riesce a raccogliere l'interesse degli investitori pubblicitari in odo sempre crescente .
Vi ricordo che i centri media quando arrivo in italia il primo boom di internet avevano lo stesso atteggiamento che hanno adesso con noi, ma poi hanno dovuto imparare studiare capire ed infine è l'unico mezzo che da anni cresce a doppia cifra...
Ricordate sempre che spesso nei contri media la paura di pianificare qualcosa di nuovo che loro stessi non capiscono li fa optare per la strada certa...
L'azione di scolarizzazione anche se a molti sembrearà tempo perso (a volte colto dallo sconforto lo penso anche io) è l'unica soluzione.Un saluto a tutti, uno particolare ad Ilaria che adoro per la passione che mette nel suo lavoro. Vado scappo da un cliente cliente....!

Michele Casali • Penso che gli argomenti messi in campo siano molti, troppi per essere affrontati tutti in modo semplice ed esaustivo.
In breve provo a dare anche il mio contributo.

La lunghezza giusta esiste? In termini assoluti no. Dipende dall’ambiente, dai tempi di fruizione, dalla modalità di fruizione e dalla creatività messa in campo (cose già dette, ma meglio che ce le ricordiamo). Ad esempio se il tempo medio di fruizione è di 10sec. (esempio zone di passaggio) è inutile creare contenuti da 20. Ma è anche sconsigliabile crearli da 10sec. (a meno che io sia un ottimista che pensa di riuscire a cogliere sempre tutta l’attenzione del potenziale utente). Viceversa se i tempi sono lunghi (esempio aree di attesa), se il contenuto è ben fatto e costruito ad hoc, potrei anche pensare a “storie” di più ampio respiro. Ma attenzione che di base il tempo dell’attenzione è mediamente basso, a meno che non coinvolgo l’interlocutore in modo attivo. Comunque possono esserci eccezioni. E qui ripeto quello che ho esposto all’inizio, il tempo “giusto” dipende da innumerevoli fattori.

Tra questi sottolineo il contenuto. L’efficacia – non dimentichiamolo mai – è legata in primis non al mezzo, ma al modo con cui il mezzo è utilizzato. E non intendo al modo con cui costruisco il palinsesto, ma al contenuto creato ad hoc per quel palinsesto, per quel mezzo, per quell’ambiente e per quel target specifico. Purtroppo il mercato è abituato ad adattare contenuti televisivi al DS e a vedere il DS come TV OOH o come immagini dinamiche (prese dalla stampa o dall’OOH classica). E spesso siamo noi i primi a guidare il mercato verso questa interpretazione. Perché più semplice, perché crediamo essere più remunerativo nel breve. Ma paga? E fa bene al mezzo? E soprattutto funziona sempre?

Partiamo proprio da quest’ultima domanda. Io preferisco parlare di ROI e con questa sigla intendo dire ritorno sulle vendite rispetto alla spesa in comunicazione. Solo così misuro l’efficacia di un mezzo. E’ complicato, ma se parlo col cliente alla fine devo misurarmi con questa realtà.
Il GRP o il numero di contatti che fornisco, devono essere delle informazioni per guidarci nella corretta pianificazione e nella costruzione della rete/palinsesto, ma non è l’unico elemento su cui basare il prezzo/costo della mia offerta di DS.

Sul concetto schermo grande o piccolo posso dire che se per esempio sono in un autobus non posso che mettere uno schermo piccolo che per la distanza di fruizione può andare bene. Anche qui in seguito il successo lo fa il contenuto…Se sono per strada probabilmente avrò bisogno di sistemi più grandi….ancora una volta quindi la scelta giusta dipende dai contesti e dal Target (a piedi, in auto, ecc.).

E poi ci sono i Centri Media e le Agenzie Creative. Beh, inutile prendersela, esistono perché il mercato spesso ne ha bisogno.
Però giro la questione e chiediamoci sempre cosa stiamo facendo per aiutarli a comprendere il mezzo. Chiediamoci se stiamo fornendo loro tutte le informazioni qualitative e quantitative. Chiediamoci se abbiamo avuto il coraggio di andare contro la loro logica di acquisto che oggi è spesso di prezzo (anche a causa dei clienti che li spingono a comprare solo la convenienza e non il valore). Chiediamoci se il nostro “palinsesto” segue pedissequamente la TV o se stiamo puntando al potenziale fruitore e alla reale efficacia del mezzo. Chiediamoci se abbiamo rifiutato un determinato contenuto perché poco adatto al DS. Chiediamoci sempre cosa stiamo facendo e misuriamo il nostro operato.

Infine il mezzo è giovane e concordo con chi lo ha paragonato ad Internet quando era agli albori: poco conosciuto dagli investitori in comunicazione e necessità di prendergli le giuste misure.
Non ho certezze sul futuro del DS, ma sono molto ottimista.

 
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