PPL, Pay Per look letteralmente "pagato per sguardo" è il nuovo acronimo da quando la tecnologia AVA (anonymous video analytics) è diventata di moda e correlata alle nuove installazioni Digital Signage orientate al mercato pubblicitario/inserzionistico.
Sostanzialmente usando sensori o telecamere dedicate viene misurato quanti spettatori attivi ogni singolo spot/video/inserzione riceve e di conseguenza viene richiesto all'investitore pubblicitario il pagamento di una quota.
Questa tecnologia viene proposta in modo esteso da AYUDA SYSTEMS sulle sue pagine e se vogliamo riprende un concetto già noto ed accettato nel mondo degli inserzionisti pubblicitari digitali ovvero del pay per click di internet o delle "impressions" (volte che uno specifico banner o inserzione viene visualizzato).
Usualmente in Italia e nella maggior parte del mondo si utilizza il concetto della "OTS" (Opportunity to see) ovvero possibilità che qualcuno possa vedere il messaggio sulla base delle statistiche di frequentazione di un determinato ambiente. Infatti implementare un sistema AVA sopratutto sulle reti estese potrebbe costituire un problema non indifferente, prima di tutto di costi se non di gestione, reportistica e contrattazione con i clienti pubblicitari.
Quali potrebbero essere i soggetti interessati ad implementare una modalità PPL ?
Sicuramente quanti non hanno moltissimi monitor ma possono godere di un luogo ove tranisitino o sostino moltissime persone. In effetti nonostante alcuni sistemi AVA abbiano la possibilità di riconoscere un viso che si ripresenta, con una logica tipo face_identification, la maggior parte se rilevano lo stesso viso che ruota banalmente di 360 gradi potrebbero contarlo anche due volte.
Si tratta di definire le regole con cui questo conteggio viene effettuato.
Facciamo delle ipotesi di utilizzo
Monitor installato all'interno di sala d'attesa di un grande ospedale dove le molte persone sedute possono o meno guardare gli spot.
Monitor o serie di monitor installati in una metropolitana o in un areoporto con decine se non centinaia di migliaia di passaggi al giorno.
Cosa comporta una logica PPL?
Innanzitutto viene ingaggiato nel risultato finale non solo il proprietario del network che riceve lo spot e lo pubblica ma anche il suo autore creativo che deve incentivare i suoi sforzi per far si che il messaggio colpisca il più rapidamente e continuativamente gli astanti.. se questo non accade di chi è la colpa? del solo spot o di un palinsesto genericamente poco interessante ?
Quanti secondi dura uno sguardo? E' sufficente riconoscere un viso per contarlo o si deve richiedere che lo stesso rimanga attivamente orientato in direzione del mezzo pubblicitario per una quantità di tempo?
Quanto può essere pagato uno spot?
Se nei network territoriali (diffusi in territori locali in ambienti a bassa o media pedonalità) il costo di uno spot da 15sec per un mese costa circa 15/20 euro per monitor(con sconti per quantità) nel mondo dei network più prestigiosi come le reti degli areoporti milanesi o della metropolitana uno spot da 15 secondi per un mese (di solito loro lavorano sulla quindicina) arriva a costare quasi 82/90 euro al mese a monitor.
Passare da un costo OTS ad un costo PPL sembra quindi conveniente appunto solo per le aree con forte passaggio dove si può far diventare il costo dell'investimento pubblicitario meno percepibile e più assimilabile ai budget del mondo internet che, tra l'altro, sono quelli che soffrono meno della crisi dell'advertisign tradizionale come riportato dall'ultima analisi di AssoComunicazione.
Conclusioni
Insomma come ogni innovazione si deve comprendere in modo profondo le implicazioni di questo nel quotidiano e sopratutto verificare se i centri mezzi e le agenzie pubblicitarie sono pronte per proporre ai propri clienti una metodologia di questo tipo.. probabilmente si se si riesce a posizionarlo come un mezzo digitale simil "web" o di un cosidetto "web passivo".
Analizzeremo ulteriormente questi aspetti prossimamente, buona lettura su AssoDS